Caro Valentino,
Chiamato in causa nella tua lettera aperta colgo l’occasione per risponderti e fare alcune
consideraz ioni sulla disciplina ed i suoi attori in generale. Non ti nascondo che, sfruttando magaril’occasione dell’indoor di Lainate, avrei preferito discutere personalmente di argomenti complessiche richiedono una grande conoscenz a dei fatti e delle dinamiche che regolano e muovono la nostradisciplina; comunque come detto rispondo volentieri ai tuoi quesiti:l regolamento no-stop, fin dall’inizio questa formula di gara ha diviso i praticanti, in realtà unaminoranza favorevole e la stragrande maggioranz a contro; ora rispetto a questo semplicefatto mi domando come una federazione naz ionale avrebbe potuto adeguarsi andandocontro il volere dei più per tutelare l’interesse dei pochi (purtroppo) piloti che fanno attivitàinternaz ionale. Ovvio quindi per il bene comune, abituare al no- stop quei piloti che hannoscelto di intraprendere una carriera professionale con una metodologia di allenamentoadeguata, scelta peraltro fatta anche da altre nazioni come la Spagna che in quanto arisultati non mi pare abbia sofferto granchè.
l Trofeo delle Naz ioni, premesso il fatto che il mio incarico prevede tra le varie responsabilitàquella di selez ionare e formare la Squadra per il TDN in forma indipendente ma pur semprecon la condivisione del Settore Tecnico e della C ommissione Trial, vengo alla spiegazionetecnica della scelta intrapresa, sottolineando il fatto che dal 2008, anno del mio insediamento, si è abbandonato il criterio di scelta dei primi quattro classificati del CITO, infavore di scelte tattiche che privilegiano quando possibile i giovani più promettenti
impegnati nell’attività internaz ionale. Sottolineo, come detto allo stesso Maurino che non è
stata una esclusione ma semplicemente una diversa strategia nelle scelte. Spazio quindi, inquesta occasione, ad un rinnovamento con piloti impegnati nel mondiale, Poli quinto worldCup, ed europeo con Cotone terzo, esperti di no-stop, con molta voglia di fare bene edentrambi quest’anno vittoriosi in un GP mondiale; un rinnovamento necessario che in
questo momento comunque, seppure perdenti al confronto con i cugini d’oltralpe, ci ha
visto ridurre notevolmente le distanz e rispetto allo scorso anno. Passando al presunto
conflitto di interessi tra l’essere Direttore Tecnico ed al contempo minder del pilota Poli,
dipende da quanta malizia ci vuoi vedere tu, io posso solo dirti che la scelta di seguire questo pilota è stata condivisa dal mio Settore e dalla Sportiva in quanto lo stesso si era trovato al termine della scorsa stagione senza un assistente che potesse garantirgli il necessario supporto. Aggiungo a questo che oltre a Poli, in questa stagione mi sono messo a disposizione come minder anche con Giarba in due appuntamenti indoor e con Marco Fioletti in tre gare di Campionato Europeo; sinceramente questa esperienza diretta sul campo mi ha dato molto in termini di soddisfazione e di esperienze, nonostante in Belgio in una “presa” prima della gara abbia provocato la frattura del pollice sx. I nutile dirti che da appassionato trialista con lo stesso pollice rotto ho continuato a seguire il pilota la domenica e negli appuntamenti successivi di Inghilterra, F rancia e le due di Europeo seguenti.
= mi intrometto nella domanda ad Angelo, semplicemente per darti le informazioni corrette,la F M I ben prima della Spagna ( solo due anni fà l’imprenditore Bonaria ha lanciato la Primavera del Trial con la RFME e solo grazie al suo progetto ora stanno riemergendo nei settori giovanili) ha messo in atto dei progetti di sostegno per i piloti giovani più interessanti, senza tornare ai tempi del precursore Cavaliere Allemandi, siamo infatti stati presenti con delle strutture importanti sin dal 2004 su tutti campi di gara internazionali, prima con Team Italia e l’ottimo supporto di Andrea Petrella, poi Maglia Azzurra e la struttura efficiente di Dario Re delle Gandine, ed oggi Progetto Giovani Trial con il supporto di alcuni Team ed aziende, abbiamo cresciuto ed ottenuto buoni risultati partendo da Grattarola per arrivare a Fioletti tanto per fare dei nomi, quindi la FM I come vedi c’è sempre stata è continua a volerci essere. Spiace leggere che il Trial italiano sia al punto più basso proprio quando dal 2009 al 2012 siamo tornati sul podio del Trial delle Nazioni dopo 17 anni, più in generale poi si è interrotto il digiuno di vittorie nei tornei intercontinentali, con i vari Poli, Cotone, Cabrini, Saleri, Giarba e Fioletti; mi pare scorretto ed offensivo nei confronti loro e dei loro genitori ma anche del mio staff tutti uniti nel sacrificio per dare un futuro di successi sportivi a questi giovani. Su una cosa concordo, mancano nuove leve oltre i Giarba e Petrella ora sedicenni, cosa è mancato allora? perchè ci sono pochi giovani che si avvicinano alla disciplina? queste sono domande alle quali tutti insieme dovremmo cercare di dare una risposta, o meglio verifichiamo cosa fà ognuno di noi per fare del proselitismo; è sufficiente stare dietro la tastiera del computer a lamentarsi che nessuno fa nulla, o peggio la federazione ( che peraltro è fatta da tutti noi tesserati), per ridare ossigeno al movimento?
Io sostengo l’idea che si debba semplicemente tornare a fare gruppo dialogando per poter
ricominciare a crescere di nuovo, dove sono finiti i piccoli indoor di paese, le sociali del Moto Club che animavano gli incontri serali successivi per discutere di quel passaggio difficile? Non è dietrologia ma semplicemente un modo per pescare dal passato quanto di buono potremmo fare nel presente magari utilizzando la tecnologia come supporto, è solo una piccola idea ma almeno è un qualche cosa di propositivo in una società fatta
apparentemente solo di problemi, musi lunghi e criticoni o miseri profeti di sventura
Vorrei concludere questo intervento, portando la mia esperienz a. Sono un tesserato nonchè licenziato F M I dal 1982 e dal momento che raggiunsi una certa maturità cercai di impegnarmi in questa bellissima specialità per poterla far crescere e magari aiutare a risolvere, secondo la mia visione, dai piccoli e grandi problemi che cominciavano ad emergere; piano piano mi trovai, seguendo questo spirito, a dialogare ( bada bene a dialogare non a tirare pietre alle finestre) con l’istituzione che ascoltandomi apri’ una porta e mi diede una opportunità. Questo stesso percorso è alla portata di tutti coloro abbiano voglia di prestare costruttivamente il proprio contributo, che hanno idee e non necessariamente quattrini, lo sport si costruisce con volontà, sudore e cervello,
non si compra già fatto alla televisione od al supermercato e ripeto ancormeno filosofeggiando sui social network ben saldi sulla poltrona di casa. Perdonami ma sono un fautore del pensiero positivo e francamente trovo poco utile il disfattismo a prescindere, spesso figlio come nel tuo caso, non me ne volere, di una scarsa informazione.
Andrea Buschi A.D.T. 1981( Appassionato Di Trial dal 1981)